Il presidente russo si è detto convinto che le turbolenze attuali si tradurranno inevitabilmente in un nuovo ordine mondiale in cui nessun paese potrà più essere egemone. Un sistema che non avrà quindi più niente a che fare con quelli partoriti dagli accordi di Westfalia o di Yalta. Per descrivere questa nuova realtà, Putin ha parlato di un mondo “polifonico”, in cui tutte le voci saranno ascoltate. “Coloro che hanno l’abitudine di esibirsi da solisti dovranno abituarsi al nuovo spartito mondiale”, ha spiegato il leader del Cremlino, aggiungendo che in futuro non sarà più possibile per un singolo Paese o per una “piccola parte dell’umanità” imporre il proprio modello come l’unico possibile. Un’attitudine, questa, che secondo Putin è equiparabile in tutto e per tutto al “razzismo”. Motivo per cui, per il presidente russo lo scontro attuale non è tanto una lotta di “potere”, ma piuttosto di “principi”. E il principio che Mosca continuerà a seguire non sarà quello di percepire l’Occidente come nemico, né tanto meno quello di “imporre la sua mentalità” ad altre nazioni. Ne parliamo con Margherita Furlan, giornalista, Roberto Quaglia, scrittore, Mario Apicella, agronomo.
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CasaDelSole-Levante - L’essenza del conflitto - (18/11/2024)