La cacca dei contadini [Libertà obbligatoria 1976] - Giorgio Gaber e Sandro Luporini
E’ la cacca dei contadini. Tutto lì, la cacca dei contadini, me l’ha spiegato Fortini. A lui piacciono queste storie, e anche a me eh
In Russia, durante la rivoluzione, i contadini entravano nei palazzi dello Zar e defecavano nei suoi preziosissimi vasi.
Un gesto di disprezzo, di distruzione, bello stupendo. Sì ma perché bello? Perché la distruzione, la cacca dei contadini, è importante, se ha un senso storico, se c’è qualcuno che la raccoglie, e in quel momento c’era un Lenin che la raccoglieva! Non la merda, il suo significato voglio dire. Adesso io non dico che uno, deve vedere se c’è un Lenin prima di… mah.
Intanto noi non siamo contadini. Non c’è la rivoluzione e …non si sa dove cagare! Sui Brionvega. Potrebbe essere un’idea eh? Quelli bianchi, più bidet però effettivamente. Non importa: un gesto di distruzione ha sempre un suo fascino perché bene o male rompe con le convenzioni, e anche se lo sbagli non ti senti mai piccolo. Non ho mai trovato nessuno che si vergogni del suo operare. E’ nelle piccole cose, nel muovere una mano, nell’essere scoperti da un amico in un gesto poco simpatico, sì una stonatura che magari nessuno ha notato.
Ecco, queste inezie ci possono riempire di rimorso, e ci possono fare arrossire fino all’inverosimile.
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