Artisti, attori, cantanti, musicisti, poeti, scrittori, giornalisti, sportivi...
Tra gli volontari di Salò che scelsero di difendere l’ONORE d’ITALIA, c’erano anche loro.
“La resa dell’Italia fu uno sporco affare. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l’Italia é la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato solo in parte dal sacrificio dei combattenti della RSI.“
Dwight D. Eisenhower
Raimondo Vianello lo ha detto chiaro : “ Io non rinnego niente “. Riaprire la questione del servizio militare prestato, oltre mezzo secolo fa, nella Repubblica Sociale, poteva costargli caro alla vigilia del Festival di Sanremo che deve presentare. Eppure Vianello ha scelto la Dignità, non l’opportunità. Sarebbe bello se a Sanremo ’ 98 ci fossero con lui anche l’ex iscritto al . di Milano (1956) Adriano Celentano; l’ex frequentatore della Giovane Italia a Bologna nei primi anni ’60 Lucio Dalla ; il presunto finanziatore del Soccorso Tricolore de “ Il Borghese “ dei primi anni ’70, Lucio Battisti con Mogol, alias Giulio Rapetti, che per i testi di qualche sua canzone ha preso in prestito parole di Robert Brasillach...
Walter Chiari partecipò ai combattimenti seguiti allo sbarco in Normandia indossando la divisa tedesca, come invece era noto per altri ventenni sotto le armi in quel periodo che sarebbero diventati celebri attori. A rivelarlo è il documentario sullo sbarco in Normandia e la campagna che ne derivò dal 6 giugno 1944.
Dopo la “liberazione“ fu prigioniero nel campo di Coltano con Vianello e il poeta americano Ezra Pound, vicino a Pisa.
A Genova nel 1975, durante lo spettacolo Chiari di luna, in cui Walter reggeva la scena da solo per due ore, egli pronuncia una battuta che suonava come: “Quando fu appeso per i piedi a Piazzale Loreto, dalle tasche di Mussolini non cadde nemmeno una monetina. Se i nuovi reggitori d’Italia avessero subito la stessa sorte, chissà cosa uscirebbe dalle tasche di lorsignori!“
Guglielmo (detto Memmo) Carotenuto, arrestato dai partigiani a Venezia e incarcerato mentre lavorava al cinema della RSI. La sua famiglia finì allo sbando... al ritorno a Roma trovò la casa occupata dai partigiani comunisti. Fu un grande uomo e camerata.
GIORGIO ALBERTAZZI - “...Il mio mito - racconta - non era tanto quello di Mussolini (non apprezzavo la sua retorica), ma di Ettore Muti ucciso dai badogliani, di Italo Balbo abbattuto nel cielo della Sirte, degli eroi della Folgore. La parte legale dell’Italia per me era quella; ed io, rispondendo al bando della Repubblica sociale italiana, ho combattuto per l’Italia. Nessun pentimento, voltare gabbana, mai. Le cose che mi avevano spinto a Salò furono l’anti-clericalismo, l’idea sociale della Carta del lavoro e della partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende. Di che cosa dovrei pentirmi? Ciascuno fa nella vita quello che ritiene giusto di fare, giusto o sbagliato che sia. Non amo i pentiti. Il pentimento è un sentimento cattolico che ho sempre disprezzato e continuo a disprezzare...“
Altri nomi:
Tiberio Mitri, pugile, milizia ferroviaria.
Carlo Mazzantini, scrittore, Camice Nere.
Piero Vivarelli, regista cinematografico, Xma MAS.
Roberto Vivarelli, storico, Brigate Nere.
Michele Bonaglia, pugile, fucilato da partigiani 1944.
Artisti che lavorarono alla Cinecittà di Venezia:
Elena Zareschi, attrice. Mino Doro, attore. Silvio Bagolini, attore. Cesco Baseggio, attore. Roberto Villa ,attore. Lilla Brignone, attrice. Memo Benassi, attore. Emma Gramatica, attrice. Toti dal Monte, soprano lirica. Piero Tellini, sceneggiatore. Carlo Nebiolo, operatore. fernando Cerchio, regista cinematografico. Carlo Borghesio, regista cinematografico. Giorgio Ferroni, regista.
Il tenore Tito Schipa fu arrestato dalla polizia partigiana per l’ abitudine, ai tempi della RSI di presentare così una sua esibizione: Vi canterò ora “Torna a Surriento”….e ci torneremo”.
il 25 febbraio del 1945 nei camerini del Teatro della Pergola venne aggredito Antonio De Curtis (in arte Totò), colpevole di calunnie e ironie sui partigiani ai quali durante il suo spettacolo, si era lasciato andare un “imputato alzatevi“.
(Enrico Nistri, La Firenze della ricostruzione 1944-57, Empoli 2008)
la canzone: “Anche se tutti noi no!“ della Compagnia dell’anello
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